Nell’occasione viene presentata ai visitatori una selezione di opere, fulcro narrativo da cui si dispiegano iconiche rappresentazioni di un animo espressivo, capace d’intrattenere un legame dialogico di pura coscienza. Graziano offre un codice di lettura innovativo che non focalizza la sua attenzione solo sull’opera d’arte per una ricerca puramente estetica. Nemmeno solo sui materiali utilizzati, attraverso banali dissertazioni tecniche, ma anche sulla capacità propulsiva che il suo linguaggio sacro e interiore possiede nell’ agire in un preciso momento creativo, in contesti d’ interattiva partecipazione. Nello spazio aleatorio delle sue tele, si estendono superfici d’immensa casualità e improvvisazione, dove materia e colore eseguono e compongono sussultanti armonie, attraverso la forza di una potente gestualità segnica. Ed è qui che lo spazio ristretto delle nostre attitudini fisiche e mentali, trova energie vitali straordinarie e inesplorate, che riattivano prodigiosi mondi rinnovabili interiori, perché l’arte di Graziano Rey è in grado di attivare potenzialità inespresse, poiché l’arte “abita” in noi e in ogni luogo. L’artista compie il suo atto d’amore edificando per noi spazi immaginifici, che diventano spazi reali e definiti, per dare visibilità all’invisibile bellezza di ciò che sta in noi e che silenziosamente, in ogni istante, ci pervade e ci rende parte dell’infinito... Per questo l’opera di Rey, oltre al carattere estetico porta con sé un livello di lettura più complesso e perfettamente connesso alla ricerca sulle tessiture cromatiche e sugli intrecci di colore della sua poetica visiva. Da musicista e compositore, Rey sa armonizzare la partitura per quello strumento mai meccanico che è la pittura, riuscendo a rendere materico il colore con la forza espressiva dei desideri. Materiali sperimentati e pittura si fondono in un gioco caleidoscopico di invenzioni formali e veloci, che generano empatia a prima vista, assemblaggi spesso suggestivi originati da calembour visivi: un corto-circuito concettuale che deriva da una creazione materica di un impasto di colori densi, per arrivare a comporre veri e propri capricci visivi, variazioni sul tema, pastiche pittorici che prendono spunto dall’arte concettuale e povera per poi decostruire il rigore etico e il clima austero e reinterpretarlo creando un linguaggio autentico e personale.